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mercoledì 20 maggio 2020

SECOND CHILDHOOD: IL CAPOLAVORO DI PHOEBE SNOW

   Nata a New York, vissuta nel New Jersey, prima di entrare alla corte di Leon Russell che le diede l'opportunità di incidere il suo primo album per la Shelter Records (PHOEBE SNOW, 1974), si aggirava per i club del Greenwich Village con la chitarra Martin acustica e la voce da contralto cantando blues. Approdata al Bitter End Club nel 1972, il socio di Russell, Denny Cordell, la nota e la porta alla Shelter Records.
 Da perfetta sconosciuta, Phoebe Snow diviene immediatamente una nuova stella promessa della discografia americana. Il suo primo album omonimo vende immediatamente un milione di copie ed il brano 'Poetry Man' arriva nella Top Five di Billboard nel '75, e l'intero album, in cui compaiono comprimari di lusso come The Persuasions, Zoot Sims, Dave Mason, Dave Bromberg e Teddy Wilson a darle una mano nelle varie tracce, riceve una nomination ai Grammy Awards come nuovo artista. Ma nonostante l'istantaneo successo commerciale e di critica, le divergenze tra la Shelter Records e la Snow, sono molte ed insanabili, a tal punto da rescindere il contratto con le solite beghe legali.
    Il 1976 è l'anno più importante dell'intera carriera della Snow, infatti firma con la Columbia Records e con la produzione di Phil Ramone che le mette a disposizione un nutrito gruppo di musicisti di altissimo livello (Richard Tee, Ron Carter, Steve Gadd, Howard Johson, John Tropea, Don Grolnick, Tony Levin, Ralph MacDonald, Grady Tate, David Sanborn e lo stesso Ramone) incide il suo secondo album, SECOND CHILDHOOD. Un album ispirato e con delle perle interpretative che fanno prevedere una carriera artistica piena di successi, che però purtroppo non si rivelerà tale per vari motivi.
   Se nel primo album avevamo scoperto la Phoebe Snow cantautrice, con SECOND CHILDHOOD l'autrice spariglia le carte e rivela tutto il suo talento di compositrice ed interprete che ben si adattano ad arrangiamenti che spaziano dal folk, al pop, al soul fino al jazz. Lo testimoniano sia i brani da lei scritti, come 'Inspired Insanity' e 'Sweet Disposition' che le due cover pescate dal repertorio di Broadway come 'No Regrets' e 'There's a Boat That's Leavin' Soon for New York' o dal soul come 'Goin' Down For The Third Time'.
  SECOND CHILDHOOD vola subito alto nelle classifiche di Billboard: 33° nella classifica dei black albums, 10° nella jazz albums e 13° nella pop albums. Rivelandosi un disco trasversale, arriva ad essere dichiarato Disco d'Oro del 1976. 
   Così ispirata, il prosieguo della carriera discografica di Phoebe Snow non lo è più stata, pur avendo inciso fino al 2008 ed avendo prestato la sua voce inconfondibile nei lavori di altri suoi colleghi. Sino a quando nel 2011 ci ha lasciato definitivamente.

di : Gianfranco Ventrosini  



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