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lunedì 28 gennaio 2019

SE SHAKESPEARE FOSSE NAPOLETANO



   La prima volta che ho avuto l'occasione di ascoltare alcuni di questi sonetti shakespeariani è stata dal vivo durante la presentazione di un libro proprio su Shakespeare, dove Gianni Lamagna era stato invitato per dare il suo contributo con questa sua 'opera musicale'. Poi col tempo sono inciampato diverse volte in  "Neapolitan Shakespeare", ascoltandolo ed incuriosendomi sempre più.                
  Quindi, quando lo stesso Gianni, poco tempo fa a casa sua mi omaggiò il CD, per me è stato come ricevere il 'santo graal' del lavoro del musicista/amico, di cui tanto avevo sentito parlare, ma che ancora non avevo avuto tra le mani.
   La pubblicazione ufficiale è del 2015, ma il lavoro di ricerca e messa in musica è durato quasi tre anni, come spiega nelle note di copertina l'autore. Un lavoro non facile sicuramente da concepire, così come anche il suo ascolto, che va ripetuto per più volte proprio per riuscire a carpirne la vera essenza: vocale, sonora e letterale. 
   Gianni Lamagna è un interprete dalla voce potente e drammaturgica che ben si sposa con la trasposizione in lingua napoletana dei diciassette sonetti di Shakespeare da lui scelti per questo lavoro per cantare l'Arte, l'Amicizia e l'Amore. 
   Se si ha la fortuna di avere contemporaneamente sia dimestichezza con l'inglese che con il napoletano, c'è una curiosità che mi ha subito colpito leggendo entrambe i testi (l'originale e quello in napoletano), ovvero che la trasposizione in 'lingua napoletana' è una traduzione quasi letterale dall'inglese. L'autore si è concesso poche licenze poetiche. Infatti dove l'inglese è più composito e aulico, Lamagna lo reinterpreta con una traduzione in napoletano meno diretta. Ma dove l'inglese non ha alcun bisogno di essere reinterpretato, non senza tralasciare la necessità di utilizzare una metrica musicale che aiuti gli ottimi arrangiamenti sonori, il napoletano è più semplice e diretto. Il brano " 'o diciassette/sonnett 17" può essere forse preso come esempio del metodo compositivo adottato. 
   In fondo stiamo sempre parlando di canzoni: scritte, cantate e suonate. "Neapolitan Shakespeare" è anche un viaggio sonoro corale, dove la voce di Gianni Lamagna viene avvolta e assecondata dagli arrangiamenti di Paolo Raffone per le musiche di Giosi Cincotti, Piera Lombardi, Nico Arcieri e degli stessi Raffone e Lamagna; ed affiancato nell'interpretazione vocale da Alessio Arena e la già citata Lombardi, in alcuni momenti. 
   Ma ci sono tanti altri bravissimi musicisti che hanno saputo contribuire con la loro maestria all'efficacia sonora di questa 'opera' incatalogabile come genere musicale, ma proprio per questo, unico nel suo genere, perché la sua bellezza è data forse proprio da includerli tutti. 
   a cura di: G. Ventrosini

GIANNI LAMAGNA : Neapolitan Shakespeare - Europhone Records, 2015 

1 commento:

  1. Grazie, Gianfranco.
    Nelle tue belle parole noto l'ascolto attento, affettuoso e competente dell'appassionato di musica.
    Ero certo di aver consegnato il "mio" Shakespeare in buone mani.

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