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mercoledì 26 febbraio 2020

IL CORNO FRANCESE: OVVERO IL JAZZ CHE NON TI ASPETTI DI JOHN GRAAS.

   E' inevitabile che gli studi classici abbiano influito non poco nel percorso di avvicinamento al jazz di John Graas, 'il miglior cornista di jazz', come lo ha definito qualcuno in passato. Ma Graas è riuscito nella sua, purtroppo breve carriera artistica, ad andare oltre gli stereotipi e le diffidenze, pur avendo tra le mani uno strumento non facile da governare, dal suono più caldo e meno esplosivo rispetto ad altri ottoni più jazzistici, tanto da essere meno individuabile essendo relegato nella periferia degli arrangiamenti orchestrali per ottoni, dove, la tromba ed il sassofono sono i leader indiscussi. 
   La sua bravura di compositore e talentuoso arrangiatore lo ha aiutato molto nella sua carriera solistica iniziata a metà degli anni '40. 
  Originario dell'Iowa (era nato a Dubuque nel 1917) dopo gli studi di musica classica il giovane Graas pensa sia giusto portare il suo 'corno francese' verso sonorità più jazzistiche. In quegli anni, solo le grandi orchestre potevano ospitare uno strumento come il suo, o le bande folkloristiche. 
   Tra il 1942 ed il 1945, Graas fa praticantato nelle file dell'orchestra di Claud Thornill prima, e poi, durante la leva, in quella dell'esercito della marina. Sempre in quegli anni, suonò con la Cleveland Orchestra ed in seguito entrò nell'orchestra del compositore ed arrangiatore Tex Beneke. Ma fu quando Stan Kenton lo volle nella sua Innovations Orchestra, che il giovano cornista John Graas fece il suo vero salto di qualità professionale. Il sodalizio con Kenton durò poco più di tre anni (sarà presente infatti in tutte le registrazioni fatte da Kenton per la Capitol Records), ma tanto bastò a Graas per uscire dall'anonimato e sentirsi sicuro di poter iniziare il suo percorso di musicista solista e leader di band proprie. 
  Stabilitosi ormai da tempo a Los Angeles, parallelamente all'attività di leader di proprie incisioni (la prima a suo nome nel '53 per la Trend Record), svolse un'intensa attività come sideman, suonando nei dischi di Gerry Mulligan, Benny Carter, Shorty Rogers e Pete Rugolo. Siamo in piena esplosione del Jazz della West Coast. 
   Per ben cinque anni, dal '53 a '57, Graas registra regolarmente ben nove dischi, tutti di buon livello. Anche i primi anni '60 sono pieni di fermento per lui ed il suo corno francese, tanto da arrivare alla corte del compositore di colonne sonore Henry Mancini. 
   Purtroppo per un infarto, nel '62 John Graas ci lascia prematuramente a soli 45 anni. Il suo  contributo al jazz è un lascito breve ma estremamente raffinato nella sua semplicità stilistica, confermato da esecuzioni ed arrangiamenti (i suoi chiaramente) ineccepibili, ben calibrati tra proprie composizioni e quelle degli altri. 
   Ascoltate 'COUPE DE GRAAS' (Mercury Records) l'ultima sua incisione del 1957, quella più matura, dove al suo fianco ci sono tra gli altri dei veri talenti come Art Pepper, Buddy Colette e dove Graas riesce a trascinare l'orecchio in un viaggio sonoro pieno di intrecci di musica classica e cool-jazz.

di : Gianfranco Ventrosini   






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