At Music Corner: novembre 2021

Cover, Design – Theo Ackroyd
Drums – Tim Carnegie
Electric Piano [Fender Rhodes], Keyboards [Nord Stage], Piano, Synth [Bass Synth] – Aidan Shepherd
Executive-Producer – Dennis Ayler
Flute, Soprano Saxophone, Synth, Pedalboard [Wah Pedal], Percussion – Edward Cawthorne*
Mastered By – Jason Gosling*
Mixed By – Matt Mysko (tracce: A1, B2), Rhys Downing (tracce: A2 to B1, C1 to D2)
Photography By – Jim Aindow, Lou Jasmine
Recorded By, Engineer – Matt Mysko
Recorded By, Engineer [Assistant Engineer] – Andy Maxwell
Trumpet, Percussion – Nick Walters
Written-By – Krzysztof Komeda (tracce: D2)
Written-By, Arranged By – Aidan Shepherd (tracce: A3, B2, D1), Edward Cawthorne* (tracce: A1, A2, B1, C1 to D1)
Studio di registrazione – Abbey Road Studios

NOVITA' SULLO SCAFFALE

Marco Molendini, cronista esperto del jazz e dei jazzisti di transito nella capitale, è riuscito in questo libro a descrivere con una scrittura semplice e veloce quella che è stata una delle figure principali della vita jazzistica romana legata al mito di Pepito Pignatelli. Un libro che non racconta solo la vita di un uomo che ha sempre voluto vivere di jazz, sia suonando la batteria, ma anche come organizzatore di eventi per farlo conoscere a quanti più appassionati possibile. Il Music Inn a Roma è stato per anni il punto di ritrovo di jazzisti italiani e stranieri e di tantissimi jazzofili che tra quelle mura si sono svezzati. PEPITO Il principe del Jazz, edito dalla romana Minimum Fax è anche un libro di storia nostrana, un po' principesca e un po' caciarona, farcita anche di risvolti tristi che facevano da contraltare alla spensieratezza di un uomo che fuggiva dai titoli nobiliari per vivere una vita spensierata coltivando una passione che faceva parte del suo DNA poco principesco. Un libro avvincente sin dalle prime pagine come pochi tra quelli che si sono letti ultimamente sul Jazz.di : G. Ventrosini

Non solo per jazzofili

Sugli standard nel Jazz non c'è tantissima letteratura a riguardo, gli appassionati e gli studiosi in genere fanno riferimento ad un sito internet specializzato in materia. Piccoli libri come questo di Bragalini, se ne dovrebbero scrivere tanti sul Jazz e non, anche al posto di tante storie del Jazz più o meno aggiornate che dopo le prime cento pagine hanno già stufato. L'autore ci racconta di dodici canzoni che dai palchi di Broadway sono sbarcate a quelli del Jazz, come se fossero dei piccoli romanzi d'altri tempi. E' un libro per tutti gli appassionati di musica in generale, che fa anche riflettere sul fatto che spesso i confini dei vari generi musicali sono meno invalicabili di quel che si pensa e in questo il Jazz ha avuto un ruolo importante. Letto Bragalini, prendete fiato e passate a Ted Gioia sullo stesso argomento.

At Music Corner

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mercoledì 10 novembre 2021

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Non solo per jazzofili

Libri di Note